In trepidante attesa
Con gli indici americani a mezzo servizio per la festa del Ringraziamento (chiusi il 26 e mezza seduta il 27) l’ultima settimana di novembre si chiude positiva ma con poca vivacità,tutti ormai attendono il meeting della Bce del 3 dicembre.
I mercati obbligazionari globali hanno mostrato ,nel corso degli ultimi cinque giorni di contrattazione, un generale rialzo compensando parte delle perdite registrate all’inizio del mese. Gli investitori sono tornati a preferire le scelte tradizionalmente considerate più sicure, in una fase in cui l’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente (abbattimento aereo russo da parte della Turchia) ha riaperto una situazione di incertezza a livello globale.
Il dollaro chiude l’ottava a 1,0593 livelli che non si vedevano da metà marzo e lo spread Btp-Bund a 94,03 dimostra come ci siano da parte degli operatori grandi aspettative per le mosse del Presidente Draghi,sperando che tanta attesa non venga delusa. Ricordiamo inoltre che il giorno successivo usciranno negli Stati Uniti i dati sul l’occupazione di novembre che dovrebbero decretare la parola fine sull’annoso dilemma del rialzo dei tassi.
Il prezzo del brent ancora in altalena,l’oro ai minimi dal 2009 e l’indice Vix che si riporta poco sopra ai 15 punti.
Cosa aspettarsi in quest’ultimo mese dell’anno? Da un punto di vista ciclico siamo in una fase intermedia. Potremmo vedere un allungo ulteriore, il mitico rally di Natale che spingerebbe l’S&500 oltre i massimi dell’anno e gli indici europei a ritestarli. Il segnale ancora non c’è e potrebbe farsi desiderare visto che dalle statistiche non si manifesta nelle prime sedute di dicembre ma un po’ più in là.
Per oggi è tutto un saluto e alla prossima.